Giornata della Traduzione: perché tradurre è così difficile?

“TRADUCI O MUORI. 
La vita di ogni creatura sulla terra potrebbe dipendere un giorno della 
traduzione istantanea e precisa di un’unica parola.” 
Paul Engle.

In questa giornata mondiale della traduzione riflettiamoci: 
perché tradurre è così difficile? 
Perché appena conoscere un paio di lingue non ci basta?

Se l’unico requisito per una buona traduzione fosse soltanto la conversione di frasi da una lingua all’altra, sicuramente i traduttori automatici sarebbero sufficienti. Le regole grammaticali, vocabolario e velocità contano, ma gli esseri umani hanno caratteristiche che sono imperative per qualsiasi traduttore preoccupato nel garantire qualità e accuratezza a una traduzione. Non importa il livello di esperienza acquisito, gli anni di lavoro, la sensibilità, il sospetto sul significato di una parola e la curiosità sono indispensabili e vanno incorporati al sapere. La macchina risulta perdente in merito a queste qualità.

Per questa ragione ancora oggi abbiamo un posto nel mercato lavorativo e perciò festeggiamo in un giorno tutto dedicato a noi traduttori, il 30 settembre, la Giornata Mondiale della Traduzione. Visto che la curiosità è parte del nostro essere spiego subito che in questo giorno, nel 419 o 420, è morto San Girolamo, il traduttore della Bibbia del greco antico e dall’ebraico al latino e autore di importanti testi sull’arte di tradurre. San Girolamo è riconosciuto come protettore dei traduttori.

 

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OmegaT – il CAT gratuito e open source

OmegaT è un programma di traduzione assistita facile da usare, efficace  e, ancor più, gratuito, libero e open source (sorgente aperta). Questo vuol dire che avrai nelle mani un istrumento capace di semplificare il tuo lavoro, aumentare la tua produttività, non dovrai pagare per averlo e inoltre sarai libero di modificarlo in accordo alle tue esigenze. Aaahhh… so già a cosa stai pensando e la risposta è assolutamente NO, OmegaT non traduce al posto tuo. Sto parlando di un software creato su misura per traduttori professionisti che rende più semplice e migliora la qualità del lavoro svolto e non di un traduttore automatico (machine translation).

Tra i CAT tool (Computer-assisted translation) disponibile nel mercato, OmegaT è una alternativa che merita di essere testata. Con il programma, creato una ventina di anni fa ma costantemente aggiornato, è possibile tradurre senza perdere la formattazione del documento originale, creare memorie di traduzione (TMs), glossari e dizionari. Grazie al completamento automatico delle parole è possibile evitare errori di ortografia e velocizzare la digitazione. Il programma consente di creare archivi e revisionare testi bilingui, anche quelli tradotti fuori dal CAT, effettuare ricerche in rete o negli archivi locali e permette il lavoro in squadra. Per fare tutto ciò basta configurarlo in base alle tue esigenze. Il programma basico offre dizionari in inglese, portoghese e spagnolo.

Sul sito web OmegaT si legge: “Una delle cose più utili che l’utente di OmegaT può fare è… usare OmegaT. E quando si trovano cose che non funzionano, o carenze nella documentazione, segnalarcele”. Ecco, tutto qua! Se ho risvegliato in te la voglia di conoscere questo programma di assistenza alla traduzione clicca qui per scaricarlo. Io lavoro con OmegaT!

 

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Giornata mondiale della lingua portoghese: nuove scoperte

bandiere-brasile-portogallo

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Dopo quattro secoli di scoperte portoghesi si riscopre il portoghese. Su iniziativa dell’Unesco, è stata istituita la Giornata Mondiale della Lingua Portoghese che si celebrerà ogni 5 maggio. Più di 260 milioni di persone usano quotidianamente il portoghese quale lingua madre oltre ai molti che, dopo averla scoperta, se ne sono innamorati. La lingua portoghese da sempre possiede una propria identità, è legittimata in ogni livello sociale ed è in costante evoluzione, ma l’iniziativa dell’Unesco la fornisce valore aggiuntivo in termini di notorietà quale linguaggio globale e di comunicazione internazionale.

In questo primo anno di festeggiamento, il presidente della Repubblica del Portogallo, Marcelo Rebelo de Souza, ha evidenziato la forza dell’idioma parlato nei cinque continenti, elogiato la genialità di autori come Camões, Saramago, Mia Couto, Jorge Amado, Hélder Proença, Rubem Fonseca e di tutti coloro che usandolo arricchiscono il linguaggio continuativamente. Il presidente ha definito la lingua portoghese come “una lingua del futuro, viva, diversa nell’unità, che cambia nel tempo e nello spazio, sebbene conservi sempre la sua essenza”.

La direttrice-generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, ha espresso il suo pensiero affermando che il portoghese è una lingua creativa, di musica, letteratura e di cinema, e nel contempo una lingua di scienza, innovazione, pedagogia e solidarietà. “Lingua di mari e di oceani”, l’ha definita. Sì, lingua di mari e di oceani perché grazie alle esplorazioni navali del XV secolo ebbe inizio l’Età delle Scoperte periodo in cui i portoghesi lasciarono tracce significative in tante diverse culture

sbarco-dei-portoghesi-in-brasile-1500Sbarco dei portoghesi in Brasile nel 1500 – Museo Paulista, Public domain Mark 1.0, Wikimedia Commons.

Costeggiando l’Africa e veleggiando attraverso l’oceano Atlantico, i portoghesi arrivarono in Brasile nel 1500. Questo percorso contribuì alla diffusione della lingua portoghese presso tutti i continenti (esclusa l’Antartide) e fece che il portoghese diventasse la lingua ufficiale in nove paesi del mondo: Portogallo, Brasile, Angola, São Tomé e Principe, Mozambico, Capo Verde, Guinea-Bissau, Timor Est e Macao. Troviamo anche tracce della lingua portoghese in India, Francia, Spagna, Venezuela, Paraguay, Uruguay e Giappone, tra gli altri, facendola diventare la 6ª lingua madre più parlata nel mondo. Ora il portoghese riafferma la sua importanza come lingua di lavoro nelle organizzazioni internazionali come l’UE, l’Organizzazione degli Stati Americani e il Mercosur.

“La lingua portoghese viene costruita quotidianamente dai vari popoli di tutti i continenti, in un costante arricchimento del suo multiculturalismo”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazione Unite, António Guterres, sottolineando che la data istituita per l’evento è un “giusto riconoscimento alla sua rilevanza a livello globale”. In Portogallo, per celebrare la prima Giornata Mondiale della Lingua Portoghese e i 30 anni dell’Associazione Internazionale per le Comunicazione di Lingua Portoghese, la CTT (Posta e Telegrafi) ha emesso in accoppiata due francobolli con una tiratura di 100 mila copie.

In Brasile, la data viene celebrata insieme alle feste per i 60 anni di fondazione della capitale con la pubblicazione del libro “Sonhar Brasília” (in traduzione libera “Sognare Brasilia”). Il libro contiene una raccolta di testi di autori provenienti dai paesi che appartengono alla CPLP- Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese, creata nel 1996. Sono testi inediti e illustrati che mettono in evidenza le peculiarità culturale e linguistica di ciascun paese. Anche se le celebrazioni sono state ostacolate dalla pandemia da Covid-19 e il lancio dell’edizione cartacea inizialmente è stato rinviato, una versione digitale gratuita è disponibile presso la biblioteca digitale dell’Unesco.

biblioteca-nazionale-rio-de-janeiroLa Biblioteca Nazionale di Rio de Janeiro, uno dei tanti lasciti dei portoghesi in Brasile. Halleypo, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

museo-della-lingua-portoghese-sao-pauloLa “Estação da Luz”, sede del Museo della Lingua Portoghese a São Paulo – Cralize Dominio pubblico

Ritratto Don Pietro II - Public domain Mark 1.0

Pedro II (in italiano Pietro II) governò il Brasile tra 1831 e il 1889, quando la monarchia venne abolita. Lui fu il secondo e l’ultimo imperatore del Brasile e morì nel 1891 in stato di esilio in Francia. Nel momento della preparazione della salma, Gaston d’Orléans (o Gastone), il Conte d’Eu, sposato con la figlia dell’Imperatore, la principessa Isabel (Isabelle), rinvenne tra gli oggetti personali di Pedro, un sacchetto contenente terriccio proveniente dal Brasile assieme ad una lettera olografa che recitava: “Sono terre provenienti dal Brasile e desidero che siano poste dentro la mia bara qualora morissi lontano dalla mia patria”. Seguendo la sua volontà, il sacchetto gli venne posto accanto e le sue spoglie tornarono in Brasile nel 1921. La salma venne deposta nella cattedrale di São Pedro de Alcântara a Petrópolis, città da egli stesso fondata nello stato di Rio de Janeiro. Pedro II è riconosciuto come “il difensore perpetuo del Brasile”. Con le sue ultime parole, lui ha espresso un desiderio: “Dio concedimi questi ultimi desideri  — la pace e prosperità per il Brasile.”  (Sotto, l’illustrazione della corona indossata da Don Pedro nella sua incoronazione come imperatore del Brasile nel 1841).

E ora, José?

E ora, José? Se la lingua portoghese sta diventando sempre più importante a causa dei vincoli economici, secondo me è nella letteratura che mostra il suo valore più alto. Riconosco la grandezza degli autori di lingua portoghese, di Camões, Saramago, Mia Couto e tanti altri, ma qui tiro l’acqua al mio mulino. “No tempo do eu menino”, come ebbe a dire una volta il poeta Manuel Bandeira in riferimento a quando era appena un ragazzino, mio papà mi ha spalancato la porta al mondo dei libri. Appena natta (esagerato lui), ha cominciato ad acquistarli e mi ricordo ancora il mio tesoro: centinaia di librettini di storielle. Così molto precocemente mi ha donato la sua più grande eredità, il gusto per la lettura.

Per primo m’infilai nel mondo magico di quei librettini e senza rendermi conto molti anni dopo ho fatto un tuffo nel “Reino das Águas Claras” (in traduzione libera “Regno delle Acque Limpide“) dello scrittore e traduttore brasiliano Monteiro Lobato, noto per le sue opere e personaggi. La fantasia mi ha accompagnato negli anni e anche da grande non mi è voluto molto per “seguire” Emília, la bambola dispettosa creata da Lobato che lasciava le pagine dei libri guadagnando spazio televisivo. Di libri in libri, ho intrapreso il mio percorso: ho condiviso con Cecília Meireles (poeta e scrittrice) il dubbio perpetuo e atroce “se indossare il guanto oppure l’anello” e mi sono persa in riflessione; ho volato con le Ali di Carta, guidata da Marcelo Xavier e insieme siamo arrivati “alla festa del re”. Così, abbiamo attraversato il tempo come se attraversassimo una porta.

Questi autori sono appena la punta dell’iceberg della letteratura brasiliana. Il tuffo nelle “acque limpide” del Sítio do Picapau Amarelo (in traduzione libera Fattoria del Picchio Giallo) è anche il tuffo nelle opere che arrivarono più tardi: Machado de Assis, José de Alencar, Graciliano Ramos, Guimarães Rosa, Jorge Amado, João Cabral de Melo Neto, Joaquim Manuel de Macedo e Rubem Braga, tra tanti altri. Anche inciampare in quel “sasso nel mezzo del cammino” lasciato da Carlos Drummond de Andrade, è stato decisivo perché li ho potuto capire che a volte l’inciampo ci può portare avanti più rapidamente e fu in questo modo che ho trovato Ruth Rocha, Ana Maria Machado, Luís Fernando Veríssimo, Ariano Suassuna, Carlos Eduardo Novaes e Millôr Fernandes. E come non amare la “Velha Contrabandista” *(La vecchietta spacciatrice) di Stanislaw Ponte Preta”, la “Abobrinha” *(La zucca) di Drummond o l“Eloquência Singular” *(Eloquenza singolare”) di Fernando Sabino?

Non sarò io però a dire cosa la lingua portoghese rappresenti. Chiamo in causa Clarice Lispector, scrittrice, giornalista e traduttrice ucraina naturalizzata brasiliana, scomparsa nel 1977. In una intervista lei ha confessato: “questa è una dichiarazione d’amore: amo la lingua portoghese. Non è facile. Non è malleabile. ´[…] La lingua portoghese è una vera sfida per chi scrive. Soprattutto per chi scrive togliendo a cose e persone il primo strato di superficialità. A volte reagisce dinanzi ad un pensiero più complicato. A volte si spaventa con l’imprevedibilità di una frase. Mi piace maneggiarla – come mi piaceva montare a cavallo e prenderlo per le redini, a volte lentamente, a volte al galoppo.” Sicuramente non avrei potuto chiudere maggio senza convalidare questa sua dichiarazione.

La statua in bronzo seduta su una panchina nella spiaggia di Copacabana, quartiere dove per molti anni visse il poeta e dove amava sedersi nei tardi pomeriggi per ascoltare il rumore del mare e guardare il tramonto. Drummond ci ha lasciato nel 1987. La statua fu inaugurata nel 2002. Foto di Carlos Varela- Flickr Attribution 2.0 Generic (CCBY 2.0)

Carlos Drummond de Andrade raffigurato su una banconota brasiliana da 50 cruzados novos, 1990. Immagine da Ecliptics, Wikimedia Commons, Attribution-Share Alike 4.0 International.

José
Carlos Drummond de Andrade

E ora, José?
la festa è finita,
la luce si è spenta,
la gente è andata,
la notte è più fredda,
e ora, José?
e ora, tu?
tu che non hai nome,
che prendi in giro gli altri,
tu che fai versi,
che ami, protesti?
e ora, José?

Sei privo d’amore,
sei privo di parole,
sei privo di affetto,
non puoi più bere,
non puoi più fumare,
sputare non puoi,
la notte è più fredda,
l’alba non viene ,
il tram non viene,
la risata non viene,
non viene l’utopia
ed è tutto finito
ed è tutto fuggito
ed è tutto ammuffito,
e ora, José?

E ora, José?
tua gentile parola,
tuo scorcio di febbre,
tua avidità e digiuno,
tua biblioteca,
tuo filone d’oro,
tuo abito di vetro,
tua incoerenza,
tuo odio — e ora?

Con la chiave in mano
vuoi aprire la porta,
non c’è porta;
vuoi annegare nel mare,
ma i mari si è asciugato;
vuoi andare a casa,
ma casa non c’è più.
José, e ora?

Se tu urlassi,
se tu gemessi,
se tu suonassi
il valzer viennese,
se tu dormissi,
se ti stancassi,
se tu morissi…
Ma tu non muori,
sei duro, José!

Da solo nel buio
come una bestia in una tana,
senza divinità pagane,
senza parete nuda
su cui appoggiarti,
senza cavallo nero
che scappa al galoppo,
tu marci, José!
José, verso dove?

 

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O fardo da formiga

O fardo da formiga (Il carico della  formica in italiano) è un romanzo liberamente tratto da una storia vera che si svolge nel 2001 a Reggio Calabria. In questo libro, l’autore Demetrio Verbaro racconta la storia di un uomo ancora giovane, Carlo Fante, con la vita segnata da un evento tragico quando era appena un bambino. Carlo, ora trentenne, sposato e padre di un bambino di quattro anni, viene assunto come giardiniere presso l’istituto psichiatrico San Gregorio. Li conosce Filippo, Mimì, Bart e Vera e tra di loro nasce una forte amicizia. Ognuno di loro, però, ha dentro il cuore un dolore immenso, frutto di errori commessi in passato. Questo dolore grava sulle loro spalle come il pesante fardello di una formica, ogni giorno della loro vita.

Filippo è schiacciato dal proprio carico mentre Bart e Mimì riescono a disfarsene e tornare a vivere ed inserirsi nella società. Carlo innamorandosi di Vera, si trova di fronte ad una difficile scelta: l’amore per la propria famiglia o la passione verso una donna affascinante. Questo dubbio lo accompagnerà fino all’ultimo capitolo del libro del finale imprevedibile. Demetrio Verbaro, nato a Reggio Calabria nel 1981 ed abituato al bellissimo paesaggio naturale di questa regione del sud Italia, lascia trasparire nel racconto, fino al dettaglio, questa sua passione per la natura contrapponendo nel suo libro le sfumature di grigio del dolore e dell’angoscia vissuta dai suoi personaggi con il colorato scenario calabrese. O fardo da formiga parla d’amicizia, accettazione, compressione, lealtà, superamento e amore. È una storia ricca di empatia e colpi di scena.

Scritto originariamente in italiano (Il carico della formica), il libro è stato tradotto in portoghese, francese e spagnolo. L’edizione in lingua portoghese è disponibile su Amazon.it, Amazon.com.br e Amazon.com in formato Kindle e/o copertina flessibile. 

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Lingua di partenza – Italiano

“Carlo ripensò alle ultime parole pronunciate da suo nonno materno, poco prima di morire: “Ho vissuto come una formica: su e giù dal campo al formicaio e viceversa, a testa bassa, sotto il peso di un enorme chicco di grano. La mia mente non è stata nemmeno sfiorata dall’idea che potessi scuotermi dalle spalle quel peso, quell’ opprimente carico che mi impediva persino di alzare gli occhi al cielo, ed andarmene semplicemente via. Ero una formica operaia che sognava di abbondonare la colonia, inoltrarsi nel bosco e scoprire la vita. Ma non l’ho mai fatto!!! Questo è il mio lascito per te, un semplice consiglio: non seguire il mio esempio! Tutti gli esseri umani portano un carico sulle spalle, scopri il tuo e liberatene subito! Vattene da Reggio Calabria, gira il mondo, insegui i tuoi desideri. Promettimelo!” Carlo aveva solo nove anni, non aveva capito niente di quello che suo nonno gli aveva detto, non capiva nemmeno che fosse in fin di vita, anzi la morte stessa, per lui, era un concetto ignoto. Capiva, però, che quel vecchio di fronte a lui stava soffrendo. Mosso a compassione, gli baciò la mano rugosa, tempestata di macchie nere, sussurrandogli: “ Va bene, nonnino, seguirò il tuo consiglio. Te lo prometto!”

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Lingua d’arrivo – Portoghese

“Carlo se lembrou das últimas palavras pronunciadas pelo seu avô materno pouco antes de morrer: “Eu vivi como uma formiga: pra cima e pra baixo, do campo para o formigueiro e vice-versa, com a cabeça baixa, sob o peso de um enorme grão de trigo. Nem sequer passou pela minha cabeça que eu pudesse sacudir aquele pesado fardo dos meus ombros, aquele fardo esmagador que me impedia de olhar para o céu, e simplesmente ir embora. Eu era uma formiga operária que sonhava abandonar a colônia, ir mato adentro e descobrir a vida. Mas nunca fui!!! Este é o meu legado pra você, um conselho simples: não siga o meu exemplo! Todos os seres humanos carregam um fardo sobre os ombros, conheça o seu e livre-se dele o quanto antes! Vá embora de Régio da Calábria, gire pelo mundo, vá atrás de seus sonhos. Você me promete!” Carlo tinha apenas nove anos, não compreendia as palavras do avô, nem sequer entendia que ele estava morrendo; de fato, a morte para ele ainda era um conceito desconhecido. Ele compreendeu, porém, que aquele velho ali diante dele estava sofrendo. Movido pela compaixão, beijou sua mão enrugada, cravejada de manchas escuras, e disse baixinho: “Tudo bem, vovô, vou seguir seu conselho. Prometo!”

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O tradutor insubstituível

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Un libro realizzato da traduttori per i traduttori. O Tradutor Insubstituível (Il Traduttore Insostituibile) arriva per conquistare i lettori di lingua portoghese. Scritto da Marco Cevoli, il libro mostra l’importanza della specializzazione per il professionista della traduzione. Ci insegna anche come presentarci efficacemente per distinguerci nel marketplace e diventarci unici… insostituibili. Cevoli è specializzato nel settore tecnico e ha cominciato a tradurre come freelance nel 1997. Dopo aver lavorato presso aziende e agenzie di traduzione, ha costituito nel 2008 in Spagna, la Qabiria Studio, agenzia di traduzione e localizzazione. A Qabiria svolge consulenza e formazione per traduttori oltre a eseguire traduzioni in italiano da spagnolo, tedesco e inglese.

O Tradutor Insubstituível è il risultato di una serie di webinar condotta da STL Formazione. Quindi, fornisce consigli e mostra strategie che aiutano il professionista a costruire una carriera di successo. In più di 100 pagine il libro raccoglie soluzioni pratiche mirate a coloro che cercano la loro unicità. Gli argomenti variano da come realizzare il sogno di costruire un proprio marchio, scrivere un CV che si distingua, creare portfolio online e video presentazioni fino a come usare il codice QR e le brochure per promuoversi. Inoltre, ognuno dei sette capitoli si conclude con una intervista a professionisti del settore che, esponendo le loro esperienze, si rivelano vere guide sia per i traduttori alle prime armi che per quelli più scafati che desiderino dare una spinta ulteriore alla propria carriera. 

Originariamente scritto in italiano,  Il Traduttore Insostituibile – Specializzazione e posizionamento per i professionisti della traduzione è stato pubblicato nel 2017 e ora viene rilasciato in lingua portoghese. Quindi, se anche tu hai deciso di essere un traduttore insostituibile acquista l’e-book cliccando questo link. Presto la versione paperback sarà disponibile su Amazon.

Buona lettura e in bocca al lupo!

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 Lingua di partenza – Italiano

“Si tratta di un percorso non facile, che costringerà il lettore ad analizzarsi a fondo, ma che porterà benefici concreti alla sua reputazione e alla sua attività. L’obiettivo finale è che i clienti scelgano proprio noi, perché siamo unici, perché offriamo un servizio diverso da quello offerto da tutti gli altri, perché lo offriamo in un modo diverso, in modo migliore, con maggiori garanzie, perché trasmettiamo fiducia, professionalità, sicurezza, perché risolviamo problemi anziché porne di nuovi. In una parola, perché siamo insostituibili.”

Lingua d’arrivo – Portoghese

“Não se trata de um percurso fácil, o leitor será forçado a fazer uma análise minuciosa, mas que trará benefícios concretos para sua reputação e seus negócios. O objetivo final é que os clientes nos escolham, porque somos únicos; porque oferecemos um serviço diverso daquele oferecido por todos os outros, de uma forma diferente, melhor, com maiores garantias; porque transmitimos confiança, profissionalismo, segurança; porque ao invés de criar novos problemas, nós os resolvemos. Em uma única palavra, porque somos insubstituíveis.”

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O meu gato odeia Schrödinger

Ho provato a farne leggere il contenuto ad amici, parenti, genitori, gatti, e vi assicuro: è stato un delirio (soprattutto nell’ultimo caso).” O meu gato odeia Schrödinger (titolo in portoghese), “è un’introduzione semiseria ma profonda ai principi della fisica quantistica”, spiega l’autore Luca Montemagno. Ispirato dal proprio amico felino, lui illustra in modo divertente come la fisica quantistica e l’universo funzionano. Montemagno è ingegnere, abita a Napoli e da più di 15 anni lavora nella tecnologia dell’informazione.

Dopo averci spiegato perché il suo gatto odia Schrödinger (sicuramente tutti i pelosetti lo odiano), l’autore ci introduce a diversi concetti di base della fisica quantistica. Tra i temi affrontati ci sono la fisica classica e quantistica, spazio-tempo, relatività, BigBang, Universo, Multiverso e i Buchi Neri. Inoltre, lui definisce le Teorie delle Stringhe e del Tutto, l’equazione di Schrödinger e un universo di altri argomenti. Tutto ciò è spiegato in modo a suscitare la curiosità e l’interesse per futuri approfondimenti.

Scritto originariamente in lingua italiana e pubblicato nel 2015, Il mio gatto odia Schrödinger ha subito raggiunto il primo posto nella categoria Fisica su Amazon.it e diventato un best seller. Oltre all’edizione italiana, il libro è stato tradotto in portoghese e inglese (My cat hates Schrödinger). L’edizione in portoghese è disponibile su Amazon.com.br, Amazon.com e Amazon.it in formato kindle. Per adesso, sarebbe meglio se seguissimo la raccomandazione dell’autore, quindi “ora basta!  Abbiamo perso già fin troppo tempo in chiacchiere. La scienza ci aspetta, ci vediamo dall’altra parte dello specchio.” Vi auguro una buona lettura!

 

…. ma, non prima di confessarvi: Tradurre Il mio gatto odia Schrödinger in portoghese è stato un delirio!

Lingua di partenza – Italiano

“Ed ecco quindi profilarsi davanti ai nostri occhi il famoso esperimento felino. Ve lo spiego con calma.
Dinanzi a voi avete una scatola perfettamente isolata dall’esterno:

– prendete un gatto (consenziente ed a cui avete fatto firmare apposita liberatoria legale)
– un atomo radioattivo
– una lattina di materiale radioattivo.

Mi raccomando di non confondere le tre cose: prendere un gatto radioattivo, una lattina di atomi di gatti fluorescenti, o del materiale scritto da gatti consenzienti non darebbe lo stesso risultato.
Chiudete la scatola e mettetela da parte (pregando che il gatto non tenti di vendicarsi).

Il punto è che l’atomo decadrà, ipotizziamo entro un giorno, ed in quel momento verrà attivato un dispositivo che farà aprire la lattina, la quale di conseguenza farà morire il gatto a causa dei gas tossici emessi (ecco il motivo della liberatoria).

SCIENTIFICAMENTE: un attimo prima dell’apertura, lo stato che descrive il sistema totale della scatola (atomo più lattina più gatto) sarà con probabilità del cinquanta per cento nella configurazione:

Gatto vivo – atomo integro
Gatto morto – atomo disintegrato

Abbastanza chiaro finora. O no?

Ciò che potrebbe però spiazzarvi è che la meccanica quantistica, dice che il gatto si troverà in una condizione stranissima: né VIVO, né MORTO.

A me sta cosa mi spiazza. È affascinante.

Il gatto è in uno stato INCAZZATO sì, ma INDEFINITO.

VIVO, né MORTO.”

Lingua d’arrivo – Portoghese

“E eis que aparece diante dos nossos olhos o famoso experimento felino. Explico com calma para você.
Na sua frente tem uma caixa completamente isolada do ambiente externo:

– pegue um gato (voluntário e ao qual você fez assinar uma declaração de consentimento)
– um átomo radioativo
– uma latinha de material radioativo.

Recomendo não confundir essas três coisas: pegar um gato radioativo, uma latinha de átomos de gatos fluorescentes, ou material escrito por gatos voluntários não daria o mesmo resultado. Lacre a caixa e deixe-a de lado (rezando para que o gato não tente se vingar).

A questão é que o átomo decairá, digamos dentro de um dia, e naquele instante será ativado um dispositivo que abrirá a latinha e, como consequência, matará o gato devido aos gases tóxicos emitidos (aqui está a razão do consentimento).

CIENTIFICAMENTE: um instante antes da abertura, o estado que descreve o sistema completo da caixa (átomo mais latinha mais gato) apresenta 50% de probabilidade na seguinte configuração:

Gato vivo – átomo íntegro
Gato morto – átomo decaído

Até aqui está claro o suficiente. Ou não?

O que poderia desorientá-lo, no entanto, é que a mecânica quântica diz que o gato se encontrará em uma condição “estranhíssima”: nem VIVO, nem MORTO.

A mim isto desestabiliza. É fascinante.

O gato está em um estado EMPUTECIDO sim, mas INDEFINIDO.

Nem VIVO, nem MORTO.”

 

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O homem das pipas

O homem das pipas (titolo in portoghese) racconta la storia sull’incontro tra un adolescente sensibile e un vecchio pescatore, un uomo saggio che vive da solo in una spiaggia deserta. Luis, il vecchio, è un escluso della società, temuto e deriso dalla gente per il modo nel quale vive. Lui però segue la sua vita, non gli interessano le opinioni altrui e si diverte quando fa volare gli aquiloni che costruisce. Isaac, il giovane, è avido di capire la vita. Ogni giorno si pone domande esistenziali e relative all’atteggiamento che le persone assumono. Così, un incontro magico ha luogo e viene raccontato da Erik Minghini. 

L’autore sostiene di vivere un eterno dualismo tra scienza e spiritualità. Lui fa il chimico e da anni pratica lo yoga. O homem das pipas è il suo primo romanzo e già nella prefazione egli esprime il proprio intento: “se qualcuno leggendo questa storia trovasse qualche spunto di riflessione (in accordo o in disaccordo) ne sarei felice. Credo che attivare la mente e porsi delle domande sia un buon modo di vivere”, dice. Minghini crede nella vita e nella trasformazione dell’essere umano e lo dimostra nei valori che trasmette attraverso le pagine del suo libro.

Originariamente scritto in lingua italiana (L’uomo degli aquiloni) il libro è già stato tradotto in portoghese, spagnolo e francese. L’edizione in lingua portoghese è disponibile nel formato Kindle su Amazon.com.br, Amazon.com e Amazon.it. Questa è una storia senza tempo. Un libro da leggere in qualsiasi età.

pipa

Lingua di partenza – Inglese

— Non ce la faccio… vorrei essere sempre felice ma a volte non ci riesco.

— Non devi cercare di essere sempre felice… se insegui la felicità non riuscirai mai a godertela appieno.

— Tu dici?

— Certo! Non sai quella storiella del gattino che si rincorre la coda credendo che sia la felicità. Con più la rincorre, con più quella gli scappa. Se lui invece non la insegue, sarà la coda che gli starà sempre appresso. È così perché la felicità è dentro di noi. Non cercarla, vivila. Non inseguire la felicità: vivi e la felicità sarà il tuo premio.

Lingua d’arrivo – Portoghese

— Não consigo… eu queria estar sempre feliz, mas às vezes não posso.

— Você não deve tentar ser feliz sempre… se você vai atrás da felicidade jamais conseguirá desfrutá-la ao máximo.

— Você acha?

— Claro! Você não conhece aquela história do gatinho que corre atrás do rabo acreditando ser a felicidade? Mais ele persegue o rabo, mais o rabo lhe escapa. Se, ao invés, ele não o perseguisse, o rabo estaria sempre ao seu alcance. É assim, a felicidade está dentro de nós. Não deve procurá-la, mas vivê-la. Não corra atrás da felicidade: viva e a felicidade será o seu prêmio.

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Esmeralda Grunch e a Tulipa Vermelha

Esmeralda Grunch e a Tulipa Vermelha (titolo in portoghese) è un’adorabile storia per i bambini raccontata da Debbie Manber Kupfer. Esmeralda è una fatina che abita in un bel tulipano rosso. Tra loro si sviluppa un rapporto d’amicizia baciata dai primi raggi di sole e dal brontolio di un tulipano sempre preoccupato. Debbie è scrittrice, abita a St. Louis, negli Stati Uniti, lavora come freelance e si occupa anche di costruire giochi di parole e problemi di logica. È l’autrice di “P.A.W.S” e “Cecilia’s tale”, tra altre storie dedicate a giovani e bambini.

Esmeralda Grunch è una storia che i bambini ameranno. Oltre a trattare di un argomento prezioso, l’amicizia, il libro è pieno di illustrazioni colorate realizzate da Tina Wijesiri. Originariamente scritto in lingua inglese (Esmeralda Grunch and the Red Tulip), il racconto è stato tradotto in portoghese, italiano (Esmeralda Grunch e il Tulipano Rosso), francese e tedesco. L’edizione in lingua portoghese è disponibile su Amazon.com.br in formato ebook Kindle e su Amazon.com e Amazon.it dove ci sono le scelte: copertina flessibile e formato Kindle. Il misterioso mondo delle fate e dei fiori è ancora tutto da scoprire!

Lingua di partenza – Inglese

“But Esmeralda couldn’t wait. She pushed her way up through the deep red petals and out into the cool morning air. She breathed deeply and let the first rays of the sun touch her tiny gossamer wings.”

Lingua d’arrivo – Portoghese

“Mas Esmeralda não podia esperar. Ela abriu caminho através das pétalas de vermelho intenso e saiu para o ar fresco da manhã. Respirou fundo e deixou que os primeiros raios de sol tocassem suas pequenas e delicadas asas.”

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