C’è posta per Giulietta!

Image by Adriano Gadini from Pixabay

Cara Giulietta,

non ti chiederò se la tua storia che nel tempo ha consacrato Verona come città dell’amore sia verità o leggenda. A me basta la magia, la forza e il potere che la tua storia ha nel tenere vivo l’amore. Da secoli ti dimostri una brava ascoltatrice, attenta alle pene del cuore, l’amica che non manca mai e forse l’ultima speranza per coloro che non hanno nessun altro con cui condividere i sogni o confidare i loro segreti. Cara amica, anche quest’anno nel giorno di San Valentino certo sentirai dirti “c’è posta per Giulietta!”

La tua città respira (e sospira) l’amore.

Tanti cercano proprio la tua accoglienza per sfogarsi. Ti raccontano la loro sofferenza cercando una parola di conforto, chiedono un suggerimento su come esprimere il proprio amore (si, cara Giulietta, sono tanti i Romeo che non sanno parlare d’amore). Ci sono anche coloro i quali vogliono un tuo consiglio su come trovare il loro Romeo o la loro Giulietta oppure quelli che desiderano solo raccontarti la propria storia o un vissuto momento di felicità. La verità è che presto o tardi quella cosa capita a tutti, ci si innamora, anche se per Matteo, Francesco, Antonio o Romeo, la domanda rimane la stessa che hai fatto tu “Oh RomeoRomeo..perché sei tu, Romeo?”

La posta per Giulietta ormai è una tradizione

Finché ci saranno domande, ci saranno anche i “segretari di Giulietta” a dare risposte. Domande certo non mancheranno per la squadra di volontari che si occupa di raccogliere la posta per Giulietta e rispondere ad ogni lettera, anche a quelle inviate col solo indirizzo “Giulietta, Verona”. Si, la magia c’è, le lettere per Giulietta sono circa 50.000 ogni anno ed arrivano da ogni parte del mondo, scritte dai più svariati mittenti, dall’adolescente che vive il primo amore come dall’imprenditore innamorato.

La tradizione di queste lettere risale al 1937 quando il “primo segretario di Giulietta” Ettore Solimani, guardiano della tomba di Giulietta, commosso dal contenuto delle lettere lasciate dai turisti, ha iniziato a raccoglierle ed a rispondere ad esse. Per 20 anni ha portato avanti questo compito da solo soltanto per il piacere di farlo. Ettore ebbe sempre una parola di consolazione da offrire e firmò ogni lettera “la tua Giulietta”, fino al 1957, quando è stato costretto ad andarsene in pensione. Dopo lui, l’incarico rimase a dei volontari abitanti di Verona, finché nel 1972 Giulio Tamassia, assieme ad un gruppo di amici, ebbe l’idea di creare il Club di Giulietta, un’ associazione culturale senza fine di lucro il cui unico scopo è quello di mantenere viva la storia dei due amanti veronesi, diffondendo nel mondo il loro amore.

Il Club di Giulietta sostiene giornalmente ed in ogni modo questo compito e quando la storia raccontata dovesse richiedere maggior cura e attenzione non esita a cercare aiuto anche con il supporto di uno psicologo locale oppure d’istituzioni in grado di renderlo maggiormente concreto e significativo. Oltre a curare la posta per Giulietta, il club organizza nella settimana di San Valentino il premio “Cara Giulietta” che giunge la 30edizione e prevede la scelta delle più belle lettere scritte nell’anno precedente. Il club poi gestisce il premio letterario internazionale “Scrivere per amore” durante il quale viene scelto il miglior libro d’amore pubblicato in Italia e a settembre festeggia il “Compleanno di Giulietta” nelle piazze di Verona. Lo slogan quest’anno (2022) è “Verona in Love – Se ami qualcuno portalo a Verona”. Noi ci riuniamo al ritornello “Love. (all we need is)”.

L’identificazione della nobile famiglia Cappello con i Capuleti ha dato origine alla convinzione che la casa qui sopra sia quella di Giulietta. Appena passato il portico d’entrata se vede il balcone degli innamorati. A pochi passi della casa di Giulietta se trova la casa di Romeo.

Verona - città di Romeo e Giulietta

Nel giorno di San Valentino l’amore ci aspetta a Verona, città di Romeo e Giulietta. Dieci anni fa mi trovai per caso coinvolta in questo appuntamento e devo dire che l’aria che si respira nella città a San Valentino è diversa. Si può sentire la magia lungo via Cappello dove si trova la casa di Giulietta e tra le sue mura dove gli attori ridanno vita ai due amanti rievocando la mitica scena del balcone. A Verona c’è molto da vedere. Dopo aver attraversato le porte della cinta muraria medievale ci si trova di fronte all’Arena, anfiteatro romano che oggi ospita diversificati eventi culturali. Seguendo l’itinerario romantico si giunge alla piazza delle Erbe, alla casa di Giulietta e, dopo pochi passi, alla casa di Romeo. È possibile fare anche una visita alla tomba di Giulietta ospitata presso il Museo degli Affreschi.

In città c’è chi dice che la casa di Giulietta appartenesse alla famiglia Cappelletti, che probabilmente divenne Capuleti nella leggenda shakespeariana, così come quella di Romeo Montecchi era la dimora della famiglia Monticoli. Nessuno lo sa per certo.  L’esistenza degli amanti veronesi racchiude un mistero. Alcuni sostengono che Montecchi e Capuleti siano esistiti, altri che la tragedia romantica di Shakespeare, pubblicata originalmente nel 1596, sia solo frutto di fantasia. Tocca a noi mantenere viva la loro storia e a credere nell’amore vero. Tocca a noi tenere vivo il nostro cuore ovunque ci dovessimo trovare nel mondo anche se le parole pronunciate da Romeo e rimaste impresse su di una targa posta accanto ad un piccolo busto di Shakespeare all’ingresso della città, recitano: “Non esiste mondo fuor delle mura di Verona”, come a dirci: l’amore abita qui.

arena de verona

Agli amanti del cinema ci sono due film da non perdere oppure da rivedere: Romeo e Giulietta, di Franco Zeffirelli, e Lettere a Giulietta, di Gary Winick.

 

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Carnevale di Venezia, un’esperienza unica

carnevale venezia
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Essere partecipe al carnevale di Venezia è un’esperienza senza paragoni, unica, da fare almeno una volta nella vita. È come svegliarsi durante un sogno per ritrovarsi in una piazza San Marco del XVIII secolo. Il mondo è cambiato fuori e cambia dentro di te. Colori, pizzi, merletti, soavi velluti, la bellezza dei costumi e il mistero, nascosto negli occhi, dietro le maschere. Non c’è niente di più affascinante che il mistero e la meraviglia negli occhi. Ecco, un’altra volta è carnevale! Come si fa a non raccontare la bellezza e la magia vissuti a Venezia in questi giorni.

Le origini del carnevale di Venezia risalgono al 1094 quando, per la prima volta, il vocabolo venne usato per descrivere il divertimento pubblico popolare. Tuttavia, è nel XVII secolo che il carnevale acquisisce prestigio. Anche I nobili volevano divertirsi e attraverso l’anonimato dato dalle maschere si mescolavano al popolo nelle strade. Con le maschere addosso, non solo l’identità, ma anche sesso e classe sociale rimanevano anonimi. Nell’indossare una maschera si entrava in un mondo illusorio dove tutto era possibile e consentito. L’atto di togliere la maschera spesso segnalava disponibilità agli approcci dei corteggiatori. In ogni storia il possibile epilogo partiva dalla “magia”.

Le maschere, simbolo di libertà

carnevale venezia pierrot

Le maschere diventarono simbolo della libertà. Tra le più antiche e tradizionali, che non mancano mai nel carnevale a Venezia, ce n’è una indossata sia da donne che da uomini, la bauta, composta da una maschera bianca, un copricapo a tricorno nero ed un ampio mantello scuro chiamato tabarro. Ma c’è molto di più. Non esiste carnevale a Venezia senza l’Arlecchino, la Colombina, il Gatto, la Moretta e, ovvio, il mio preferito, il bellissimo Pierrot… Ok, mi faccio una lacrimuccia per sognare quell’innamorato romantico quanto sfortunato!

Il mondo però talvolta si dimostra davvero strano. Nel 1797 la bellezza del carnevale di Venezia fu vietata da Napoleone Bonaparte, dopo l’invasione del Nord’Italia. Le maschere furono proibite per timore di disordini e tumulti da parte della popolazione. La festa viene ripristinata solo quasi due secoli dopo quando riprese anche la tradizione delle maschere. Così, si avviò sulle maschere a Venezia un vero e proprio commercio.

Con il riprendere della festa e le tradizioni ristabilite, gli artigiani spolverano quello che sembrava dimenticato e sviluppano gli affari. Attualmente usano tecniche e materiali diversi realizzando anche corsi per chi voglia imparare il mestiere. Si lavorano argilla, gesso, garza, ma le maschere più artigianali sono quelle ottenute seguendo la tradizione antica in cui la cartapesta, ottenuta da ritagli di carta assorbente e colla, viene lavorata rigorosamente a mano.

Per produrre le più ambite maschere di Venezia, prima viene creato il modello e lo stampo nel quale la cartapesta viene lavorata e lasciata essiccare. Tolto lo stampo è ora di rifinire l’opera decorandola e arricchendola con piume, perline, disegni e tutto quello che l’immaginazione sarà in grado di creare. Su di esso, le parole servono poco, solo le immagini possono descrivere tanta bellezza.

carnevale venezia

Con tanta gente in giro c’è anche chi è riuscito a fare un pisolino.

🙂

 

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L’Italia è come un libro – Vieni a leggere!

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Girare per le strade d’Italia è viaggiare nella storia. Torniamo indietro nel tempo e ci riconosciamo come protagonisti di questo grosso libro, illustrato a colori. Bellissimo! Ogni angolo d’Italia ci racconta qualcosa, basta saperli ascoltare. Saint-Exupéry, l’autore del Piccolo Principe, ebbe a dire una volta: “Non si vede bene che con il cuore”. Anche se l’Italia può essere percepita con tutti i sensi è il cuore che raggiunge l’invisibile… l’essenza. L’arte, la letteratura, il cinema, l’architettura, l’aroma del cappuccino, il profumo della pizza, il sapore del vino, le finestre fiorite, la fisarmonica che per strada suona “O Sole Mio”… l’Italia è tutto ciò.

Per me l’Italia è qualcosa di magico. Trovare sulle pagine di questo ipotetico libro la propria storia, le proprie radici, ha un valore indescrivibile. É stato a Torreglia, accogliente comune della provincia di Padova, situata nel nord-est, il luogo in cui ho trovato un capitolo tutto speciale. In questo riassunto, vi introduco a ciò che l’Italia ha da raccontare. Vi porto in un viaggio!

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Italia in capitoli – dalla Preistoria al Medioevo…

Correzzola is magically set to revive the Middle Ages
Correzzola, magicamente ambientata per rivivere il medioevo.
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Il primo capitolo ci porta nella Preistoria. L’Italia era abitata già nel Paleolitico e, secondo un articolo pubblicato sulla rivista National Geographic, il sito Monte Poggiolo, nell’Emilia Romagna, ci offre la più antica testimonianza della presenza umana sulla penisola. “Erano Padani i primi abitanti d’Italia. I primi ominidi arrivarono in Pianura Padana, circa 850 mila anni fa, in seguito a un drastico cambiamento climatico”, afferma l’articolo.

Nel secondo capitolo un giro nella storia antica ci fa ritrovare le civiltà etrusca, fenicia, greca e romana. Palermo (fondata dai fenici) e poi Napoli e Roma rappresentano le più importanti città di questo periodo. Sfogliandone le pagine scoprimmo che l’organizzazione sociopolitica romana lasciò un segno indelebile nella storia dell’umanità. I romani costruirono città, porti, strade, acquedotti e fortificazioni ed è frequente trovarsi di fronte qualche sito archeologico romano. La storia si apre viva davanti ai nostri occhi.

Ci va di fare un giro nel Medioevo? Ecco… anche questo è possibile. Le feste medievali sono sempre un’attrattiva. Ho avuto il piacere di rivivere il medioevo a Correzzola, comune della provincia di Padova che fin allora è abitato da una piccola comunità. Ogni anno a luglio, Correzzola è magicamente ambientata per rivivere il periodo detto buio e… mamma mia, che avventura! Mi sono ritrovata con la testa in una gogna e ”gogna” è anche la parte finale della parola “vergogna”, che è esattamente ciò che si prova quando ci si ritrovi in quella posizione imbarazzante. Per fortuna il mio boia di Correzzola ha avuto buon cuore e mi ha liberata o non sarei qui a raccontare il terzo capitolo di questo libro.

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Il Rinascimento, l’Età Moderna, il Risorgimento, le guerre…

Nel quarto capitolo si viaggia verso l’Età Moderna. La porta d’imbarco è il Rinascimento, un periodo di transizione e cambiamento nella storia europea. Firenze svolge un ruolo importante in questo percorso dove incontriamo Dante, Giotto, Petrarca, Boccaccio, Donatello, Michelangelo, Leonardo… Sono molte le pagine che si sommano in questo voluminoso libro. Le scoperte geografiche, le invenzioni… Marconi inventò la radio e Meucci, nonostante ne sia giunto tardivo il riconoscimento, inventò il telefono. È l’inizio di una nuova era.

Qui, fieri siamo noi a combattere per l’unità nazionale e, così, diventiamo partecipi del Risorgimento Italiano. Viene proclamato il Regno d’Italia, la capitale si sposta a Roma e il dialetto toscano viene scelto come lingua nazionale. Poi scoppiano guerre che lasciano profondi segni. Troviamo ancora piccole ma profonde ferite come imperiture cicatrici sulle mura, a memoria dei conflitti. Ricercando ho scovato la Brigata Fasolato, una delle tante che ha preso parte alla Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Mi chiedo anche se io abbia avuto qualche parente partigiano, ma questa è una ricerca ancora da approfondire.

E tanto altro da scoprire:

Questo libro ci racconta molto altro ancora. Sulle sue pagine rintracciamo come fu costruita Venezia, la città che sembra galleggiare. La sua bellezza incomparabile è un invito a perdersi nelle sue calli, a seguire l’incedere delle gondole… a innamorarsi a e di Venezia. E poi, prendendo il vaporetto, sbarchiamo nella magia dei colori di Burano. Per noi una passeggiata d’incanto. Per i pescatori che abitano sull’isola, intanto, i colori variegati e sgargianti con i quali dipingono le loro case sono d’aiuto per ritrovarle quando immerse nella nebbia fitta. La storia passa davanti ai nostri occhi come un capolavoro del cinema italiano e mentre canticchiamo “Nel blu dipinto di blu” capiamo quanto sia bella la vita. Nel libro Italia non si finisce mai di inserire pagine.

David by Michelangelo - a masterpiece of Renaissance

Il David di Michelangelo (Foto di Jörg Bittner Unna – Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported) David-detaglio della mano (Foto di Rabe!Attribution-Share Alike 4.0 International)

Amore e Psiche por Antonio Canova, 1787. (Foto di gadgetdude Creative Commons –  Attribution 2.0 Generic.

Torreglia, un capitolo speciale.

"La caduta degli angeli ribelli " di Agostino Fasolato (1750 circa): 60 figure scolpite in un unico pezzo di marmo di Carrara. Il capolavoro delle collezioni Intesa Sanpaolo sta esposto in modo permanente nelle Gallerie d’Italia, a Vicenza

Ora siamo arrivati a Torreglia, localizzata ai piedi dei Colli Euganei. Un paese speciale per me perché li ho trovato le mie radici. Sfogliando gli antichi archivi tenuti dalla parrocchia e dall’ufficio anagrafe municipale ho trovato numerosi Fasolato. Alcuni famosi come Giacomo Fasolato, scrittore, linguista e lessicografo, nato a Torreglia nel 1682. Apprezzava così tanto la lingua latina che ha latinizzato la grafia del suo nome diventando Jacopo Facciolati. Numerosi sono anche i registri dei Fasolato appartenenti alla fratellanza dei tagliapietre e scultori che figurano nei documenti conservati nell’Archivio di Stato di Padova. Tra questi, Agostino Fasolato (1750 circa). Agostini scolpì 60 figurine in un unico pezzo di marmo di Carrara alto quasi due metri che poi chiamò “La caduta degli angeli ribelli”.

Tuttavia, è stato davanti a una casetta fatta di pietra e mattoni che ho toccato più profondamente la storia. Li, a via Vallorto, visse mio bisnonno, Valentino, e guardando la casa mi sono fatta un film. L’ho immaginata abitata, illuminata soltanto da una debole luce che a malapena arrivava alla finestra… É già, sono entrata nella macchina del tempo e mi sono ritrovata nell’Ottocento. Ho guardato il paesaggio attraverso i suoi occhi di contadino. Sono salita lungo la strada verso la chiesa di San Sabino che avendo custodito i registri di nascita e matrimonio ha conservato viva la storia. Questa storia che oggi mi racconta che nel 1895, Valentino Fasolato sposò Elvira Pressato.

Ho immaginato Valentino mentre prendeva la decisione che avrebbe cambiato la vita a tutta la sua famiglia: partire per il Brasile in un viaggio di solo andata su un piroscafo chiamato Rosario, che nel 1915, dopo tanti viaggi, scelse di riposare in fondo all’oceano. Mentre tutto questo mi passava per la mente, le campane della chiesa suonavano. Forse l’hanno fatto apposta perché io potessi ascoltarle, come Valentino ed Elvira le ascoltarono prima di partire. Nella mia immaginazione, ho spento le luci della città. Ho provato il buio, l’inverno, la solitudine e la fame, che ha fatto sì che essi lasciassero dietro di sé la loro terra, i loro legami. Ritorno sempre a Torreglia. Mi piace guardare i Colli. Torreglia mi ha raccontato tanto della mia storia. L’Italia va al di là dei cinque sensi.

Sopra: Torreglia, provincia di Padova. Sotto, dalla sinistra, la casa dove abitò Valentino, io durante una visita a Torreglia, e una veduta dei Colli Euganei.
Valentino's house
rosangela-a-day-in-torreglia
torreglia-castelletto

 

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